La Haine, (1995)
#blackandwhite #me
feelin’ the vibes of these promotional pics for park chan-wook’s “thirst” (2009)
•𝗗𝗼𝗻'𝘁 𝗕𝗿𝗲𝗮𝘁𝗵𝗲• di Fede Alvarez (2016)
Tre ladri decidono di entrare in casa di un veterano di guerra non vedente, che ha ereditato una grossa somma di denaro, in seguito alla morte dell'amata figlia. Ma le cose non andranno come avevano previsto i tre ragazzi.
Fede Alvarez, già nel 2013 mi aveva piacevolmente sorpresa con il remake de 'La Casa' e qualche anno dopo ecco ripresentarsi con "Man in the dark" riconfermandosi un validissimo regista.
Un film che coinvolge e incolla allo schermo già dopo pochi minuti, grazie alla crescente tensione creata dal protagonista ( interpretato dal bravissimo Stephen Lang) che ci regala un'interpretazione davvero inquietante, ma anche il resto del cast funziona alla grande. A tratti, durante la visione mi è venuta in mente 'La casa nera' di Craven, forse perché girato interamente in casa, con assenza totale di qualsiasi effetto speciale o forse per la presenza dello spaventoso rottweiler che fino alla fine darà filo da torcere ai ladri.
All'inizio si proverà empatia per quest'uomo che deve convivere con il grande dolore per la perdita della figlia e si ritroverà con questi tre intrusi in casa che vogliono derubarlo. Ma se inizialmente il nostro protagonista apparirà ai nostri occhi indifeso, durante il film ci accorgeremo che l'ex marine nasconde un terribile segreto.
Rick Baker & Griffin Dunne dietro le quinte del film "Un lupo mannaro americano a Londra"(1981)
Clint Eastwood e Klaus Kinski posano per alcune foto promozionali sul set di “Per qualche dollaro in più” (1965)
#americanbeauty
L'uomo che bruciava i cadaveri" (Juraj Herz, 1969) 🇨🇿
Recentemente ho scoperto l'esistenza di una pellicola davvero affascinante, una vera e propria esperienza visiva. Il titolo è "L'uomo che bruciava i cadaveri" del 1969 di un regista slovacco (Juraj Herz). Già il titolo mi aveva incuriosita parecchio, ma leggendo la sinossi mi sono decisa a recuperarlo subito.
Il film è ambientato a Praga, nel periodo della seconda guerra mondiale. Il protagonista è Karel Kopfrkingl, direttore di un forno crematorio, dedito al suo lavoro, alla famiglia, senza vizi e a suo dire con una grande sensibilità, seguace della religione buddista. Egli è profondamente convinto che incenerendo i corpi l'anima dei defunti possa essere finalmente libera per poi reincarnarsi in seguito.
Un giorno incontra un vecchio amico, Reinke, sostenitore di Hitler, che cercherà di convincerlo ad aderire al partito nazista e di abbracciare l'ideologia razziale. Sempre più influenzato dai membri del Reich inizierà una discesa nella follia che coinvolgerà anche la sua famiglia.
Bravissimo Rudolf Hrušínský, l'attore protagonista (che ricorda un po' Peter Lorre). Molti sono i monologhi e il film a tratti potrebbe risultare verboso, ma personalmente sono rimasta rapita dai dialoghi, dall' atmosfera macabra, dalla tecnica sperimentale e da ottime inquadrature, con primi piani e riprese in soggettiva.
Un film forse non per tutti i palati ma a che mio avviso va visto almeno una volta.
Potete trovarlo sottotitolato in italiano su youtube.
“Un film è la vita a cui sono stati tagliate le parti noiose.” Alfred Hitchcock
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